I fischi del Tardini seppelliscono Parma-Cesena. La classifica soprattutto i romagnoli, oggi vicini all’impresa e poi ancora sciolti al momento di cacciare gli attributi. Perché di cacciare l’allenatore forse non se ne parlerà nemmeno oggi nonostante un agonico primo tempo, un vantaggio trovato con un colpo di fortuna e l’ennesima sfida al popolo bianconero: l’ormai classica sostituzione di Rosina, una califfata che fa insorgere il popolo, troppo presto considerato bue. Comunque gioca solo il Parma si diceva e un po’ l’imprecisione e un po’ Antonioli tengono tutto in bilico fino al gol casualissimo del migliore in campo, Rosina. Già detto, ma mai abbastanza di Antonioli, già detto ma mai abbastanza del guanto di sfida. Minuto 16 di un secondo tempo nel quale il Parma schiuma ma è meno lucido e quando si alza la lavagna del cambio la curva ospiti fa sapere (caso mai servisse) che non ne può più. Amauri si procura il rigore dell’1-1 e ora le squadre sono spaccate e teoricamente può succedere di tutto da una parte e dall’altra. Nemmeno se si mette benissimo col rimorchio di Sammarco per l’1-2 il Cesena ha qualcosa a cui aggrapparsi. Perché gli ultimi minuti sono storicamente fatali ha chi non ha la crosta. Come si fa a non rinviare il pallone della vita? Palladino infila un 2-2 che sarebbe pure tollerabile a patto fosse l’ultimo di questa presuntuosa gestione tecnica.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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