Lo sport ha il difetto di vivere l’attimo. Che poi è anche pregio, adrenalina, spettacolo. Brucia in fretta i suoi eroi, effetto collaterale di pensare sempre al domani. E allora ricordare è un dovere, fissare in pochi frame la settimana che da Pescara passa diretta ai libri di storia. E cosa ricordare allora? In ordine sparso l’impresa di Daniela Del Din. Che vince l’Oro, l’Oro non un piazzamento e lo racconta come fosse una cosa normale. “Mi sono preparata e ho vinto”. E poi sorride. E spiegato così l’Oro diventa di tutti, per tutti. Ma il sorriso più solare è quello Perillico, nel senso dell’appartenenza alla Perilli. Con il Bronzo al collo Alessandra è molto di più di una promessa. Un sorriso gentile, un altro aggressivo. Quello di Francesco Amici, antico interprete del Trap che non sbaglia mai quando conta davvero. Ricordiamo e chissà per quanto la Nazionale di Bocce. Gli Albani, 3 argenti in due, roba da aprire un negozio. Anna Ciucci, timida e solare, che si gode la sua medaglia. E Giada Della Valle che ha aperto i Giochi, Marco Pazzini che li ha chiusi, Casey Calmi che ha fatto sognare, “but one”, senza completare l’opera l’ultimo giorno. La sofferenza di Marco Pazzini che cade, risale in sella e chiude in gruppo, perché nel ciclismo o sai soffrire o hai sbagliato sport. Domenico Vicini, il tennista a lunga durata che vicino ai 40 ha vinto un match, i ragazzi del Tennistavolo che hanno battuto l’Algeria, il pesista Guidi. Che ha fatto meglio di come è arrivato. Premio alla carriera. I Giochi del Tiro a Segno, perché esserci è sempre un bel segnale.
Ma Pescara chiamerà sempre, nei ricordi del dopo, Tiro a Volo e Bocce. Gli sport poveri, ammesso che ci sia in giro qualcuno che abbia ancora il coraggio di chiamarli così.
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