Playoff Eurolega: ultima chiamata per Milano

Non arriva il miracolo dell'Olimpia Milano alla Nokia Arena: davanti agli 11.000 di Tel Aviv il roster di Banchi non riesce a restituire lo sgambetto del Mediolanum Forum in gara1 che pesa come un macigno sull'andamento della serie. Eppure le basi per il potenziale ribaltone l'Emporio Armani le aveva gettate: Langford, Samuels e Moss lanciano lo strappo del 10-4 iniziale, che Tyrese Rice – MVP dell'incontro – contribuisce a ricucire, armando a ripetizione il braccio caldo di Blu e la potenza dell'ex Cantù Tyus. Dal secondo quarto in avanti la variabile ambientale è diventata un fattore, come le incertezze difensive ospiti: 24-13 il run pre-spogliatoio che indirizza gara2 verso i gialli israeliani, che amministrano il vantaggio fino al massimo allungo del 61-45 con cui si conclude il terzo quarto. Servirà di più, già domani sera quando il palazzetto israeliano sarà ancora più incandescente, per trascinare i propri beniamini alle Final Four, che Milano non ha ancora perso. Il match point, però, è tra le mani degli uomini di David Blatt.
L'altra Europa conferma gara4, ad eccezione del confronto Barcellona – Galatasaray, mismatch più evidente nel G8 continentale e che secondo pronostico si è infatti risolto. Dopo le agevoli vittorie al Palau Blaugrana, gli uomini di Xavier Pascual non tradiscono nemmeno all'Abdi Ipecki Arena, dove una prestazione corale vale il 78-75 finale che permette ai catalani di pianificare la trasferta di Milano a metà maggio.
Tirano fuori unghie e denti, invece, le compagini greche. Gli infuocati palazzetti ellenici non sono per tutti, se ne accorge anche il Real Madrid che pure gioca sfida alla pari nonostante una partenza ad handicap nel primo quarto, concluso 23-15 per i campioni in carica. Flessione Olympiacos nel finale, che rischia di rinviare tutto agli extra-time: Sergio Llull però fallisce il primo libero con due secondi e sette sul cronometro, costretto così a cercare un ferro da due punti che si limita però al minimo: ferro appunto.
Rimangono vivi anche i verdi di Atene: Messina sapeva di incontrare un osso duro, specialmente con l'Acropoli alle spalle. Il 20-9 d'inizio partita annichilisce i russi, che non riescono più a rientrare, complice l'ottima fase difensiva ellenica che non permette agli ospiti di sfondare i dodici punti a parziale in tre quarti.
La sensazione è che la serata di domani non sia ancora matura, in termini di verdetti. Almeno parlando di quintetti greci. L'augurio è che si rimanga nell'incertezza anche dopo gara4 a Tel Aviv.

LP

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