Il caso è chiuso. Anche se l’episodio di razzismo viene confermato dalla delibera del Giudice Unico che ha disposto l’omologazione del risultato (2-3) della partita tra la Promosport e il Voghiera. Sentito il direttore di gara e dopo aver acquisito ulteriori elementi utili il Giudice Unico ha emesso una sentenza introdotta da una nota nella quale si legge che “nonostante il frastuono si percepiscono espressioni razziste rivolte ad alcune giocatrici della Promosport San Marino”. A questo punto è la sentenza stessa a lasciare interdetti. Nessuna squalifica, nessun provvedimento a carico di quel tesserato protagonista della squallida esibizione, solo una sanzione amministrativa. Un’ammenda di 104 euro e la pratica può passare in archivio. Centrasse il calcio, si tratterebbe di un clamoroso autogol. Un brutto colpo alla credibilità di tutto il mondo sportivo, come sottolinea il presidente della Promosport Davide De Biagi. “Premetto che sul campo abbiamo perso ed è giusto che chi ha vinto prenda i punti. Ma l’amarezza è tantissima per almeno due motivi”. Il presidente parla da uomo di sport deluso dallo sport: “Ora è chiaro a tutti che i fatti da noi denunciati sono realmente accaduti e mi sarei aspettato che la società Voghiera prendesse le distanze da quei gesti. Bastavano due righe di scuse, invece niente”. Ma la considerazione a freddo, la riflessione a gioco fermo del presidente è ancora più amara e profonda: “Da oggi al prezzo di 104 euro ogni tesserato sarà legittimato a comportarsi come crede durante le partite. Mi sembra questo il dato più grave. Le ragazze continuano ad allenarsi con grande impegno e stanno facendo un grande campionato. Certo che quello che succede fuori dal campo non è un gran incentivo a tenere duro”.
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