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Il quinto anniversario della morte di Marco Pantani

13 feb 2009
Marco Pantani
Marco Pantani
Sono passati cinque anni da quella tragica notte, quando Marco Pantani fu ritrovato senza vita in una stanza di un residence di Rimini. Era il 14 febbraio del 2004, ad ucciderlo fu un dosaggio di cocaina – disse il medico legale - sei volte superiore a quella sufficiente ad ammazzare chiunque.
La fine di un campione, amato come pochi, di cui ricordiamo con piacere le straordinarie imprese sportive. Costruite e conquistate sulle salite più dure, che esaltavano la classe del Pirata ed accendevano l’entusiasmo dei tifosi.
L’apice di una carriera strepitosa nel 1998, l’anno del doppio trionfo, prima al Giro d’Italia e poi al Tour de France. Successi preparati sulle strade di casa e su quella salita del Cippo, reso celebre dalla frase del Pirata, “il Carpegna mi basta”. Proprio su quella salita, oggi a lui dedicata, si rivive il mito Pantani. Sei chilometri con pendenze superiori al 20%, che hanno fatto la storia del ciclismo italiano. Molteplici le iniziative organizzate per la giornata di sabato nella sua Cesenatico. Due le messe di suffragio, alle 7.30 al Convento delle suore di Via Mazzini, su richiesta della famiglia, alle 17 alla chiesa di San Giocoso, su richiesta del club magico Pantani, dei tifosi e del gruppo sportivo Fausto Coppi.
Lo Spazio Pantani, il museo multimediale dedicato al campione scomparso, ha preparato per tutti i visitatori un calendario con la foto del campione romagnolo e rimarrà aperto fino alle 8 di sera.

Palmiro Faetanini

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