Sette giorni vissuti al massimo. Affrontando tappa dopo tappa il percorso più duro mai tracciato per il Rally dei Faraoni. Dal Cairo al Cairo. 2.950 km di pieno deserto che restituiscono un campione vero. Sulla sabbia africana Alex Zanotti ha scritto una pagina importante di questo sport. Vincendo la classe 450, salendo sul podio nella classifica assoluta solo alle spalle di David Casteau e Frans Verhoeven. Una vittoria conquista a denti stretti, lottando e soffrendo proprio dove le tappe diventavano più dure. Il successo di Zanotti è stato anche quello del team Aprilia Giofil, che l’ha promosso pilota ufficiale, che ha saputo credere nelle sue capacità.
Sulla Piana di Giza, il pilota sammarinese ha stravinto, battendo tutte le aspettative, con una squadra che si presentava debuttante e con una moto inedita a questa undicesima edizione del Faraoni. Il terzo posto assoluto è stato il premio più grande. La ricompensa per averci creduto sempre e non aver mollato mai.
Lasciata alle spalle sabbia e piramidi questa tappa del mondiale tout terrain deve andare in archivio con una dubbio. E se invece di una 450, Zanotti avesse guidato una moto con più cavalli come quella di Casteau? Chissà, magari proprio il pilota sammarinese sarebbe stato il nuovo principe del Faraoni.
Sulla Piana di Giza, il pilota sammarinese ha stravinto, battendo tutte le aspettative, con una squadra che si presentava debuttante e con una moto inedita a questa undicesima edizione del Faraoni. Il terzo posto assoluto è stato il premio più grande. La ricompensa per averci creduto sempre e non aver mollato mai.
Lasciata alle spalle sabbia e piramidi questa tappa del mondiale tout terrain deve andare in archivio con una dubbio. E se invece di una 450, Zanotti avesse guidato una moto con più cavalli come quella di Casteau? Chissà, magari proprio il pilota sammarinese sarebbe stato il nuovo principe del Faraoni.
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