Il Rimini perde la sua bandiera. Il Capitano Adrian Ricchiuti saluta tutti e corona il suo sogno di giocare in serie A
Primi mesi difficili. Il gaucho non riuscì ad integrarsi nei meccanismi del tecnico Foscarini.
Con l’arrivo di Leonardo Acori, l’argentino sboccia e diverrà nel giro di pochissimo il punto di riferimento assoluto. Diversi gli attaccanti che grazie ai suoi assist hanno realizzato grappoli di gol che hanno poi loro permesso di salire in massima seria: Floccari, Muslimovic, Jeda, Matri, Vantaggiato. L’asse Bellavista-Acori–Ricchiuti segna l’epoca più brillante dell’intera storia della Rimini calcio. 271 presenze 55 gol: indimenticabile quello realizzato alla Juventus, era il 9 settembre 2006. Importantissimi quelli a Napoli, Torino e ancora la rete della vittoria nel derby a Cesena 12 aprile 2008: 2-1 a pochi secondi dalla fine, il gaucho regala una gioia incontenibile ai suoi tifosi che non vedevano la propria squadra vincere al Manuzzi da 40 anni.
L’inizio della fine della sua straordinaria carriera in Riviera è senza dubbio la morte prematura del Presidente Bellavista vuoto incolmabile, era come un suo secondo padre. La partenza di Acori ha incrinato ulteriormente la sua fiducia nei confronti della nuova società con la quale i rapporti non sono stati idilliaci.
Il resto è storia recente: il grande rifiuto al Brescia gennaio scorso. La retrocessione e successivo attacco personale con una bomba carta scoppiata in piena notte sotto casa. Il no secco al trasferimento al Frosinone ma solo perché Ricchiuti aveva un sogno da realizzare e l’ultimo treno per la serie A da prendere. Ricchiuti a Catania per l’ultimo stralcio della sua carriera poi tornerà a Rimini ormai la sua casa.
Lorenzo Giardi