Dopo 23 anni di reclusione in C, Rimini sega le sbarre e scappa via. Un urlo disumano, con più di 8000 gole. Aspettava Rimini, aspettava il Rimini. Non poteva che finire così. Ma ve l’immaginate una squadra che domina e s’inceppa sul traguardo? Ma no, lasciamo stare. Da questa sera Rimini comincia una festa che tutti si sono mertitati. Quando si salta, si salta tutti insieme. E questo è il quinto pubblico della serie C. Numeri alla mano affluenza record al Neri, con medie inferiore solo a Napoli, Avellino, Foggia e Reggio Emilia Ognuno festeggerà a suo modo, tutto è lecito. Dalle cene ufficiali alle imprese eroiche. Rimini-Chieti. Una lunga premessa per far sera e festeggiare. Con il rigore di Trotta, che infila sotto l’incrocio una cannota incredibile. E poi con una rasoiata di quella locomotiva di Paolo Bravo. Verso la fine, o verso l’inizio visto che la festa è il punto di riferimento della giornata, il Rimini concede a Rossetti l’onore delle armi. Il Rimini è in serie B. Ed esplodono i cori per Acori, i giocatori, Bellavista che rompe il cerimoniale e si fa vedere in campo. L’ultimo pensiero al Cesena. Stiamo arrivando, ipotecando un derby che manca tra i cadetti dall’81. E che se non si rifarà, questa volta, non sarà per colpa del Rimini.
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