A questo punto i suoi avversari possono sperare solo nel suo ritiro il prima possibile. Non ci sono alternative, o Bolt si ritira o gli altri sanno già che le uniche medaglie da potersi giocare sono l'argento e il bronzo. Usain Bolt, Bolt e sempre Bolt. 100-200 a Pechino, 100-200 a Londra, 100-200 a Rio e saluti a tutti. 19.78 che lo issa tra le icone di tutti i tempi della velocità su pista. Tra qualifiche e finale è la sesta gara su sei, che il Giamaicano vince, non c'è ne per nessuno. Usain Bolt distrugge, demolisce, trita gli avversari che hanno solo un privilegio: quello di potergli guardare la schiena. Partono bene il francese Christophe Lemaitre e l'olandese Churandy Martina, a provare a tenere il passo i rivali più accreditati il canadese Andre De Grasse e lo statunitense Merritt. Nisba, ci provano e ci riescono fino alla curva, poi nel rettilineo, Bolt scarica e gli altri si inchinano. Non è Record del Mondo, ma è l'ottava medaglia d'oro alle soglie dei 30 anni che compirà domenica 21 agosto. Oro sotto con la staffetta 4x100 se arrivasse il nono sigillo d'oro, Bolt raggiunge Carl Lewis e Paavo Nurmi, poi tutti attenderemo di sapere se a Tokyo 2020 proverà a diventare il mito dei miti cercando la decima.
L.G
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