Chi a San Marino ha appena qualche anno in più di 20 e a vari livelli ha seguito il calcio non può non ricordare la Serenissima. Figurarsi chi anche in momenti diversi nella Serenissima ci ha giocato. E così un giorno d’estate, che poi sarebbe oggi, la Serenissima rivive. Tutto parte da un’idea di Oreste Pelliccioni e dalle strutture ormai consolidate di una società storica come la Juvenes Dogana. L’organizzazione è da squadra professionistica. Uno staff ambizioso, preparato e appassionato con in testa un’idea meravigliosa. Riunire quanti più giocatori della nazionale A e Under 21 nello stesso club (per il momento grandi adesioni, gli italiani sono solo 4). La Serenissima Juvenes Dogana parte dunque per un viaggio affascinante e lo fa mescolando forze nuove e antiche certezze. Come quella del presidente onorario Don Peppino, impegnato con i suoi ragazzi a La Verna e quindi presente solo con un saluto scritto, ma anche quella del capitano storico della Serenissima Felice Bilioli. La squadra parteciperà al campionato italiano di Prima Categoria, spera addirittura (ma si può dire solo sottovoce) in un ripescaggio in Promozione e non fa proclami. Ma i dirigenti hanno depositato nel fondo del cassetto più segreto un progetto quinquennale fatto di traguardi sportivi e sociali da raggiungere. Non è una sfida –chiarisce il direttivo- anzi. Collaboreremo con tutte le società sportive di San Marino e in primo luogo con la federazione. Puntando, forse, sul fatto che il presidente Crescentini della Serenissima è stato roccioso e invalicabile centralone. Che allora si chiamava stopper.
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