Da ieri, finalmente, la Russia si è dotata di una legge che prevede la punizione di allenatori, preparatori ed altri esperti che provino a forzare gli atleti a ricorrere a mezzi illeciti per migliorare le prestazioni. Ricordate il rapporto McLaren, stilato a seguito di un indagine avviata dal WADA? Bhè, tra pregi e difetti, tesi complottiste e ipotesi di boicottaggio, quel documento ha prodotto anche una proposta di legge, approvata ieri dalla Duma – la camera bassa del Parlamento russo – e che prevede sanzioni pecuniarie che vanno dai 4.000 euro all'equivalente di 6 mesi di stipendio, ma anche squalifiche di tre anni o libertà vigilata per 12 mesi, per chi sottoponga gli atleti a trattamenti dopanti. Sanzioni più aspre se gli illeciti sono commessi da un gruppo di individui nei confronti di atleti minorenni, per i quali si può arrivare fino alla reclusione per un anno.
“Una risposta – certamente – anche alle critiche mosse dall'esterno, dalla accuse di doping di stato russo, un programma che senza dubbio non è mai esistito” - sottolinea Alexandr Zhukov, che prosegue: “Si tratta di un chiaro segnale a chi – in Russia – ritenga sia impossibile raggiungere alti obiettivi senza ricorrere al doping. Non è questo il caso e la storia del nostro sport testimonia come tutti i nostri atleti – atleti puliti – abbiano raggiunto i grandi successi nelle manifestazioni più importanti, Giochi Olimpici inclusi”.
LP
“Una risposta – certamente – anche alle critiche mosse dall'esterno, dalla accuse di doping di stato russo, un programma che senza dubbio non è mai esistito” - sottolinea Alexandr Zhukov, che prosegue: “Si tratta di un chiaro segnale a chi – in Russia – ritenga sia impossibile raggiungere alti obiettivi senza ricorrere al doping. Non è questo il caso e la storia del nostro sport testimonia come tutti i nostri atleti – atleti puliti – abbiano raggiunto i grandi successi nelle manifestazioni più importanti, Giochi Olimpici inclusi”.
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