Non si gioca a Tarragona, almeno nel 2017. E la nebbia avvolge il futuro del Mediterraneo. La bomba è esplosa con la lettera inviata a tutti i Comitati Olimpici interessati dal Presidente dei Giochi del Mediterraneo Amar Addadi. Nella missiva si legge la necessità di rinviare di un anno la manifestazione a causa dei gravi problemi economici che hanno bloccato l'attività del comitato organizzatore. Preferiamo -si legge- uno slittamento al rischio di non poter garantire un elevato standard per atleti e pubblico. La proposta è quella di programmare Giochi del Mediterrano del 22 giugno all'1 luglio 2018. La nebbia che avvolge il futuro potrebbe in realtà nasconderne la fine. E' un timore che va ingrossandosi dal giorno in cui sono stati istituiti i Giochi Europei che hanno debuttato a Baku nel 2015, ma verso i quali è stato convogliato il grosso dell'interesse e delle sponsorizzazioni. Eppure non sono manifestazioni sovrapponibili, anzi. Il valore strategico dei Giochi del Mediterraneo va al di là dell'aspetto storico o romantico. Sono un modo per parlare con il mondo arabo, per giocare e capirsi e magari anche riuscirci e risparmiarsi di fare una guerra. La rinuncia ha un valore di scelta. Che non può essere solo quella economica. Rinunciare ai Giochi del Mediterraneo vuol dire smontare un ponte sul mare che tutti a buon diritto chiamiamo nostrum. Timori, non certezze. Di certo c'è, anzi non c'è Tarragona nel 2017. Dicono ci sia nel 2018 e per il momento diciamo che ci sarà.
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