San Marino e Polonia si erano affrontate sei anni fa, era il settembre del 2002 quando la squadra di Zibi Boniek si impose per 2-0.
Il copione è simile a quello di allora, anche se questa volta la trama comincia in maniera completamente diversa.
Secondo minuto, numero di Andy Selva che salta due uomini in un fazzoletto, Woitkowiak lo mette giù e l’arbitro greco Zografos non ha dubbi nell’indicate il calcio di rigore.
Alla battuta il capitano sammarinese, destro debole e poco angolato, Fabianski respinge.
Al di la dell’amarezza per il rigore mancato, a preoccupare Andy Selva sono le condizioni del suo ginocchi destro e non esclude l’intervento chirurgico.
La reazione polacca arriva dall’uomo più rappresentativo, sul colpo di testa di Smolarek il palo salva Aldo Simoncini.
Dall’altra parte, percussione Selva-Marani-Selva, diagonale che non trova lo specchio della porta.
La gara e bella ed avvincente, minuto sedici, ancora Selva dentro per Marani che sciupa a tu per tu con Fabianski.
Con il passare dei minuti, la Polonia cresce.
Saganowski dai 18 metri, palla fuori non di molto, poco dopo Simoncini si oppone cosi al fendente Kzynower.
Da un suggerimento a filo d’erba del laterale sinistro, nasce il vantaggio polacco.
Simoncini è bravo nel dire di no alla conclusione ravvicinata di Pizcek, ma non può nulla sul tap in vincente di Smolarek.
Sono passati 35 minuti e l’eterno Leo Bennaker può tirare un sospiro di sollievo.
Per Mazza invece cambi obbligati, fuori un esausto Bollini, dentro Damiano Vannucci.
Ci prova Pizcek con una girata aerea, Simoncini alza in angolo.
Dalla solita mischia in area di rigore, arriva il raddoppio.
Smolarek in anticipo coglie nuovamente il palo, Lewandoski è il più lesto di tutti nel ribadire in rete il pallone del 2-0.
Un punteggio che punisce oltre misura una nazional che per volontà e atteggiamento tattico, avrebbe meritato di segnare almeno un gol.
Il copione è simile a quello di allora, anche se questa volta la trama comincia in maniera completamente diversa.
Secondo minuto, numero di Andy Selva che salta due uomini in un fazzoletto, Woitkowiak lo mette giù e l’arbitro greco Zografos non ha dubbi nell’indicate il calcio di rigore.
Alla battuta il capitano sammarinese, destro debole e poco angolato, Fabianski respinge.
Al di la dell’amarezza per il rigore mancato, a preoccupare Andy Selva sono le condizioni del suo ginocchi destro e non esclude l’intervento chirurgico.
La reazione polacca arriva dall’uomo più rappresentativo, sul colpo di testa di Smolarek il palo salva Aldo Simoncini.
Dall’altra parte, percussione Selva-Marani-Selva, diagonale che non trova lo specchio della porta.
La gara e bella ed avvincente, minuto sedici, ancora Selva dentro per Marani che sciupa a tu per tu con Fabianski.
Con il passare dei minuti, la Polonia cresce.
Saganowski dai 18 metri, palla fuori non di molto, poco dopo Simoncini si oppone cosi al fendente Kzynower.
Da un suggerimento a filo d’erba del laterale sinistro, nasce il vantaggio polacco.
Simoncini è bravo nel dire di no alla conclusione ravvicinata di Pizcek, ma non può nulla sul tap in vincente di Smolarek.
Sono passati 35 minuti e l’eterno Leo Bennaker può tirare un sospiro di sollievo.
Per Mazza invece cambi obbligati, fuori un esausto Bollini, dentro Damiano Vannucci.
Ci prova Pizcek con una girata aerea, Simoncini alza in angolo.
Dalla solita mischia in area di rigore, arriva il raddoppio.
Smolarek in anticipo coglie nuovamente il palo, Lewandoski è il più lesto di tutti nel ribadire in rete il pallone del 2-0.
Un punteggio che punisce oltre misura una nazional che per volontà e atteggiamento tattico, avrebbe meritato di segnare almeno un gol.
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