L’eurogol di Selva offusca i tre slovacchi, due dei quali tra l’altro si potevano evitare.
Ha dato il meglio di sé la Nazionale con un avversario contro il quale appena un anno fa aveva dato il peggio di sé. E non è solo un caso. Mazza azzecca tutte le scelte, dal modulo (il giurisprudenziale 5-3-2) agli uomini. La squadra sta bella compatta e riparte intelligentemente appena può. Sarebbe già gol al 14’ se non fosse fuorigioco di qualche centimetro pescato dall’ottima terna svizzera. La difesa tiene, gli slovacchi girano palla e verticalizzano all’abbisogna. Simoncini e i compagni di reparto fanno sempre il loro dovere e la loro figura. Tanto che quando gli ospiti passano nessuno se l’aspetta. Vittek fa un buon lavoro e scarica sull’accorrente Sestak, il capitano, e in mezzo ai due Simoncini, troppo avanti il portiere Aldo, troppo indietro il difensore Davide.
Il gol provoca i primi sbandamenti e quando quelli di Mazza ritrovano spazi e distanze gli slovacchi hanno già raddoppiato. Bella sponda ancora di Vittek per il destro di Kozak palla bassa là dove il portiere la può solo raccogliere. Ma prima dell’intervallo il lampo di luce che paga il biglietto e può già soddisfare le attese di un intero biennio. Il capitano raccoglie, entra in area, sfida Krajcec che gli da quel metro che non puoi mai dare a Selva. Il bomber vuole il destro accarezza con l’interno piede e il pallone gira e gira fino a gonfiare la rete nell’angolo più lontano. Uno spettacolo.
Dopo l’intervallo c’è Albani per il convalescente Baciocchi, di là l’ingresso di quel serpente di Karhan da ordine e spessore. E gol. Sua l’inzuccata che sorprende Berretti in marcatura labile e fissa il definitivo 1-3. Ma ce n’è ancora, eh se ce n’è. C’è Petras che non converte una palla inattiva (unico neo della notte sammarinese), poi il doppio giallo sventolato in faccia a Katochvil. Slovacchia in 10, dentro Vitaioli, insomma alla faccia dell’onore: Mazza va all’attacco con un 4-3-3 inedito. Ma crea due volte con Manuel Marani che di testa non coglie il bersaglio e con Vitaioli che appena entrato impegna a terra Kamenar. E adesso si vola a Belfast, nessuno lo dice. Quasi tutti hanno un sogno da chiudere in valigia.
Ha dato il meglio di sé la Nazionale con un avversario contro il quale appena un anno fa aveva dato il peggio di sé. E non è solo un caso. Mazza azzecca tutte le scelte, dal modulo (il giurisprudenziale 5-3-2) agli uomini. La squadra sta bella compatta e riparte intelligentemente appena può. Sarebbe già gol al 14’ se non fosse fuorigioco di qualche centimetro pescato dall’ottima terna svizzera. La difesa tiene, gli slovacchi girano palla e verticalizzano all’abbisogna. Simoncini e i compagni di reparto fanno sempre il loro dovere e la loro figura. Tanto che quando gli ospiti passano nessuno se l’aspetta. Vittek fa un buon lavoro e scarica sull’accorrente Sestak, il capitano, e in mezzo ai due Simoncini, troppo avanti il portiere Aldo, troppo indietro il difensore Davide.
Il gol provoca i primi sbandamenti e quando quelli di Mazza ritrovano spazi e distanze gli slovacchi hanno già raddoppiato. Bella sponda ancora di Vittek per il destro di Kozak palla bassa là dove il portiere la può solo raccogliere. Ma prima dell’intervallo il lampo di luce che paga il biglietto e può già soddisfare le attese di un intero biennio. Il capitano raccoglie, entra in area, sfida Krajcec che gli da quel metro che non puoi mai dare a Selva. Il bomber vuole il destro accarezza con l’interno piede e il pallone gira e gira fino a gonfiare la rete nell’angolo più lontano. Uno spettacolo.
Dopo l’intervallo c’è Albani per il convalescente Baciocchi, di là l’ingresso di quel serpente di Karhan da ordine e spessore. E gol. Sua l’inzuccata che sorprende Berretti in marcatura labile e fissa il definitivo 1-3. Ma ce n’è ancora, eh se ce n’è. C’è Petras che non converte una palla inattiva (unico neo della notte sammarinese), poi il doppio giallo sventolato in faccia a Katochvil. Slovacchia in 10, dentro Vitaioli, insomma alla faccia dell’onore: Mazza va all’attacco con un 4-3-3 inedito. Ma crea due volte con Manuel Marani che di testa non coglie il bersaglio e con Vitaioli che appena entrato impegna a terra Kamenar. E adesso si vola a Belfast, nessuno lo dice. Quasi tutti hanno un sogno da chiudere in valigia.
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