Un giorno, ieri, a chiedersi se è più sorpresa l’Ascoli lassù o il Sassuolo a rincorrere. E un minuto per tornare alla vecchie certezze d’agosto. L’Ascoli può stare a metà, il Sassuolo se scala la marcia sono dolori. Un minuto per colpire con Polenghi inspiegabilmente solo in mezzo all’area. L’Ascoli è frastornato. Trova un pari clamoroso solo grazie ad un capolavoro di Bernacci: aggancio al volo e rifinitura in scivolata con l’esterno e la collaborazione di Piccioni. I marchigiani cominciano e finiscono lì. Schiantati da un abbinamento letale. Difesa altissima senza la necessaria pressione sul portatore di palla. E allora Noselli infila ancora la porta di casa in diagonale e da il là alla fuga. Una sola squadra in campo, tanto campo. Salvetti pensa calcio in verticale, Noselli è scatenato e si concede anche il colpo sotto.
Il secondo tempo in realtà non comincia mai. E’ un’agonia lentissima, con un po’ di cambi tanto per abbozzare e la voglia di doccia con il novantesimo che non arriva mai. Arrivano altre due mazzate ben assestate: la prima è ancora di Noselli che completa la sua tripletta personale con un altro assolo con il pallone che rotola in rete senza bisogno alcuno di essere accompagnato. Basterebbe, non fosse che alla festa vuol partecipare anche Martinetti. Così, cucinato all’ascolana, l’Ascoli esce tra un minimo sindacale di fischi e una gran voglia di voltare pagina.
Roberto Chiesa
Il secondo tempo in realtà non comincia mai. E’ un’agonia lentissima, con un po’ di cambi tanto per abbozzare e la voglia di doccia con il novantesimo che non arriva mai. Arrivano altre due mazzate ben assestate: la prima è ancora di Noselli che completa la sua tripletta personale con un altro assolo con il pallone che rotola in rete senza bisogno alcuno di essere accompagnato. Basterebbe, non fosse che alla festa vuol partecipare anche Martinetti. Così, cucinato all’ascolana, l’Ascoli esce tra un minimo sindacale di fischi e una gran voglia di voltare pagina.
Roberto Chiesa
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