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Lo sciopero dei calciatori è inevitabile e potrebbe non essere l’unico

1 dic 2010
Lo sciopero dei calciatori è inevitabile e potrebbe non essere l’unico
Nella storia del pallone italiano c'é un solo precedente che risale a 14 anni fa: il 16 e 17 marzo 1996 i giocatori della massima serie si rifiutarono di scendere in campo per protestare contro il mancato rinnovo collettivo, oltre che per questioni legate all'entrata in vigore della Legge Bosman. "L'azione di protesta nasce dal rifiuto della Lega di accettare l'impostazione dell'Aic, più volte ribadita, che assicurava la piena disponibilità a discutere su sei, degli otto punti indicati dalla Lega, con esclusione dei due riguardanti gli allenamenti separati e il trasferimento coatto", recita la nota del sindacato presieduto da Sergio Campana. Sui due punti più controversi l'Assocalciatori ha confermato, dunque, ancora una volta la linea di chiusura totale già emersa negli innumerevoli incontri precedenti. "Vengo da una riunione che definire allucinante è dire poco - ha sottolineato il presidente Maurizio Beretta - Lo sciopero è una decisione irresponsabile e senza ragioni". In assenza di un accordo collettivo, a questo punto, eventuali rinnovi saranno proposti dai club sulla base di contratti individuali, cercando di ripetere l'operazione andata a buon fine fra la Juventus e Chiellini per il rinnovo del difensore fino al 2015. Se lo sciopero verrà confermato il primo giorno per il recupero è mercoledì 19 gennaio. Non si esclude anche un ulteriore stop per la 17esima in programma a ridosso di natale.

Lorenzo Giardi

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