In Serbia convince la Nazionale A
Il secondo telegramma, di felicitazioni, per la nazionale A. Anche qui non serve commentare un risultato molto penalizzante. Quelli di Mazza hanno fatto l’unica partita possibile. Corti, concentrati, applicati, piacevoli per oltre mezz'ora nella quale un paio di volte hanno anche provato a ripartire nei limiti di un 4-5-1 che privilegia ovviamente la fase difensiva. I bianchi di Serbia al cospetto di un pubblico freddo, infreddolito, incavolato e molto propenso alla fischiata di disapprovazione sono passati solo grazie ad un calcio di punizione di Savo Milosevi (un cognome che oggi in Serbia fa meno paura) che Gasperoni non ha visto partire. Non ci fosse stata la magia di Stankovic sul filo dell’intervallo avremmo parlato di mezzo miracolo. Il primo quarto d’ora della ripresa c’è da soffrire. Serbi sbloccati mentalmente e scatenati agonosticamente passano ancora con Stankovic e fanno poker con un altro coniglio uscito da quell’improvvisato cilindro. Il quinto arriva che mancano ancora venti minuti di corse a perdifiato e maglie sudate. Gli applausi finali sono tutti meritati perché è questo che San Marino deve chiedere alla sua nazionale. E quando manca fa bene a fare la voce grossa.