Il primo pari dell’anno arriva benedetto e meritato a Piacenza. Cesena allunga la striscia positiva e la porta a sette nel giorno in cui la terza linea soffre defezioni insopportabili. La febbre ferma Turci, la caviglia Morabito, un infortunio dopo 20 minuti Ferrini. Troppo per chi già in partenza regala Ola e Rea. Ma con Salvetti a deliziare lo sparuto pubblico piacentino tutto è possibile. Perfino il pari regalato con un liscio clamoroso di Ficagna. Sulle fasce il Cesena affonda, centralmente Pestrin supporta alla grande un ruolo molto dispendioso e i pericoli arrivano in serie solo perché i problemi di affiatamento in difesa lasciano spazio a diverse incomprensioni. Ha carattere il Cesena che va sotto, ma continua a macinare un calcio buono e produttivo. Zemaniano a tratti con quell’esagerata propensione a fare e disfare. Il pari arriva di testa con un cross telecomandato da Salvetti e spinto in porta da Bernacci al quarto gol stagionale. Nel finale un palo del Piacenza e un contropiede sprecato dall’incasinatissimo Papa Waigo. Sarebbe stato un colpo da passamontagna. Per una combinazione di risultati, il Cesena (detto sottovoce) è secondo in classifica.
Dà respiro alla sua graduatoria anche il Rimini che passa senza soffrire troppo contro una Cremonese debole e sbadata. Motta è il simbolo della rinascita di una squadra che sembra aver messo via la presunzione dell’inizio e che si limita a giocare un calcio possibile, con poca accademia e molta sostanza. Ha dimostrato di sapere cambiare pelle in attesa (come da Dna) di tornare ad essere quell’undici spettacolare che ha incantato in serie C. La trasferta di Avellino è ora la classica prova del nove: passare indenni dal Partendo vorrebbe dire aver cacciato i fantasmi. Chissà cosa pensa Acori?
Dà respiro alla sua graduatoria anche il Rimini che passa senza soffrire troppo contro una Cremonese debole e sbadata. Motta è il simbolo della rinascita di una squadra che sembra aver messo via la presunzione dell’inizio e che si limita a giocare un calcio possibile, con poca accademia e molta sostanza. Ha dimostrato di sapere cambiare pelle in attesa (come da Dna) di tornare ad essere quell’undici spettacolare che ha incantato in serie C. La trasferta di Avellino è ora la classica prova del nove: passare indenni dal Partendo vorrebbe dire aver cacciato i fantasmi. Chissà cosa pensa Acori?
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