Sesto San Giovanni-San Marino: 1-1
L'analisi della partita
In settimana i proclami erano stati chiari: basta applausi, occorre fare punti e l’unica cosa che conta è muovere la classifica. Previsione rispettata alla lettera: il San Marino gioca a Sesto San Giovanni una delle peggiori partite dell’era Buglio. I padroni di casa dominano in lungo ed in largo, schiacciano i biancoazzurri, che vengono seppelliti a centrocampo dalla superiorità numerica dei milanesi che arrivano sempre primi sul pallone. Grande difficoltà per il duo Bolla – De Feudis, poco protetti, in particolare i due esterni, Perrotta e Meloni perdono quasi tutti i duelli diretti con Salvi e Ruffini e non è un caso che quest’ultimo abbia trovato il modo di concludere indisturbato. La rivoluzione tattica annunciata dopo la gara con lo Spezia non c’è stata. L’unico a pagare è stato Danilo Vitali, per Adriano Fiore solo panchina, giocatore del quale in questo momento c’è bisogno e lo dimostra il suo ingresso nella ripresa che ha dato maggior vivacità. C’è da dire che senza Berardi e Procopio, Buglio si trova di fronte a scelte obbligate, poche soluzioni e fortunatamente per i Titani Perotta è stata una piacevole sorpresa. Il tecnico viareggino nel secondo tempo rivoluzione completamente la squadra: è accaduto a Sanbenedetto con lo Spezia e ieri a Sesto San Giovanni con risultati alterni. Questo però potrebbe fare sorgere un dubbio sul modulo adottato. Con il 4 2 3 1, appositamente studiato per far coesistere 3 punte - Piovaccari o Volpato- Villa e Meloni, ha funzionato sostanzialmente nelle gare vittoriose con Fermana e Ravenna, per il resto Buglio ha dovuto sempre porvi rimedio. Lo scorso anno il San Marino ha ottenuto i migliori risultati con il classico 4 4 2 che garantirebbe probabilmente maggiore copertura alla difesa e soprattutto permetterebbe di sfruttare un potenziale offensivo che poche squadre possono annoverare, con Piovaccari e Volpato insieme dall’inizio. E’ dunque la posizione di Alberto Villa ad essere equivoca. Villa punta, mezzapunta o trequartista? Il classico 9 e mezzo, che tanto fastidio dà agli allenatori.