Sette anni fa moriva Marco Pantani

La cosa più inesatta è continuare a scrivere che Marco Pantani sia morto 7 anni fa. Troppo facile pensare ad un residence, troppo tragica la concomitanza con la festa degli innamorati. Perché andarsene da soli il 14 febbraio può essere tutto tranne che una coincidenza. E’ l’elastico, per dirla in termine ciclistico, tra la vita e la morte. Fatto di scatti e controscatti e di un pulsante premuto il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio. Quel 52 di ematocrito contro il 51 consentito che lo ha escluso da un altro Giro dominato. Lo hanno ucciso lassù Pantani, che poi ha cercato anche di ritornare in sella ma non ha avuto la forza. Il coraggio quello sì, anche nell’ultimo gesto in quella camera dopo aver ordinato l’ultimo omelette col formaggio. Un pasto da atleta. Scegliendo il silenzio e la follia come protesta. E perché oggi sia più amato e ricordato di Eddy Mercx che pure vinceva in un anno più di quanto il Pirata abbia vinto in carriera resta un mistero dolcissimo anche oggi che Pantani è l’icona da sfiorare, il dubbio da sollevare, il nome da citare per lavarsi la coscienza. Certo non è stato un esempio, certo è stato il più grande.

Roberto Chiesa

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