Che fosse il più forte è da tempo molto più di un sospetto. Ma adesso è diventato perfino ingiocabile. E quando vince, Jannik Sinner, lo fa con quella naturalezza che sembra l'unica cosa possibile. Perfino alle Finals che il torneo per eccellenza che fin quando si è chiamato master dava più un senso di esclusività. Era il gala dei maestri. Sinner non si accontenta di accendere Torino, di vincere, gli piace esagerare e stravincere come nessuno mai. Come forse Ivan Lendll che nell'1986 (si giocava a New York) non perse nemmeno un set. Ma in quel tennis là bastava essere i più forti e il cecoslovacco lo era. Oggi bisogna essere più in tutto. E Sinner lo è. Nella mano, ma anche nella visione, nella lucidità, nelle scelte, e anche nella prova di forza quando il povero Taylor Fritz degradato al ruolo di sparring si è messo a tirare lavatrici. Settantesima vittoria dell'anno 6-4 6-4 in attesa della Coppa Davis a Malaga dove l'Italia difende il titolo conquistato un anno fa e che potrebbe aggiungere la ciliegina ad un'annata clamorosa. Intanto Sinner si gode il vuoto alle sue spalle in un ranking che ha un solo padrone e che relega il numero 2 Zverev 4.000 punti più giù.
Sinner travolge anche Fritz e trionfa alle Atp Finals
18 nov 2024
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