Se ne è andato verso sera con il garbo con il quale ha vissuto, Fabrizio Stacchini. Se ne è andato all'ora del torero Ignacio di Garcia Lorca dopo una lotta nobile e impari con il male che lo ha attaccato alle spalle, vigliacco. Se ne è andato un colosso di politica sportiva ed ironia, una figura centrale dello sport sammarinese che ha amato come l'amico sigaro. Compagno fedele al punto di non costargli mai nemmeno un colpo di tosse. Non basta elencare gli incarichi per capire cosa sarebbe stato lo sport sammarinese senza un uomo così. Stimato e centrale in Repubblica, spesso decisivo in campo internazionale. Capo Missione ai Giochi del Mediterraneo nell'87 e '91, con il Presidente Marcucci al Congresso che per acclamazione votò il Cons membro effettivo del Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo. Stacchini faceva parte della Commissione Cooperazione e Sviluppo dei Giochi. E dell'Associazione Internazionale Stampa Sportiva. Colto e con quell'ironia raffinatissima che faceva di ogni dibattito almeno un 1-0 garantito. Per lui. Ventiquattro anni di servizio al Comitato Olimpico, Segretario Generale e memoria storica. Avanti e proiettato a costruire un futuro di conquiste che è poi il presente che adesso muove lo sport della Repubblica. Se ne è andato nell'unico modo che il male aveva per prenderlo. Attaccato in modo subdolo. Qualsiasi altro attacco lo avrebbe neutralizzato con una battuta delle sue. E archiviato con due buone boccate di toscano.
Roberto Chiesa
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