Tamberi e il sogno olimpico: "A Rio non mi accontento di partecipare"

Marchigiano, ventitré anni per due metri e quaranta. No, non è un caso di gigantismo italiano, o meglio, è forse l'incipit della storia di un gigante dello sport azzurro: Gianmarco Tamberi – nato a Civitanova poco meno di 24 anni fa – è uno di quei talenti predestinati chiamati a riscrivere le pagine dello sport italiano a distanza di generazioni. Due quelle che separano Tamberi da Marcello Benvenuti, che nel 1989 firmò il record italiano di salto in alto fissando l'asta a 2,33 – misura imbattuta per un quarto di secolo – eguagliata e superata nel 2015, quando Tamberi ad Eberstadt siglò il nuovo primato a 2,37. L'altro ieri il titolo di campione del mondo indoor, a Portland.
Chissà che quella misura di 2,40 tanto bramata non possa essere raggiunta proprio nel percorso di avvicinamento all'Olimpiade di Rio, dove superare i 2,30 – stando all'edizione londinese – garantirebbe la possibilità di giocarsi una medaglia. Ci spera il giovane fenomeno dell'alto italiano, che rigetta le pressioni, si carica col pubblico e si dice spensierato: chissà che questa ventilata leggerezza non sia proprio il suo segreto per librarsi sempre più su, promettendo di ritoccare una volta ancora il record italiano che tanto a livello indoor, quanto outdoor, è di sua competenza.

Nel servizio l'intervista a Gianmarco Tamberi, primatista italiano e campione del mondo indoor di salto in alto.

LP

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