T&A, una stagione da dimenticare sul monte e tra i senatori
Il roster a disposizione di Bindi – a bocce ferme – va valutato per come era stato costruito e per quello che ha reso: gli arrivi di Ermini, Chiarini e Santora hanno rafforzato la batteria di campo e portato esperienza in un meccanismo già di per sé ben oliato. Le vere lacune – probabilmente – vanno ricercate nella caccia non fruttuosa a un pitcher di livello quali sono stati nelle recenti stagioni di grandi successo Tiago da Silva, Jim Magrane o Junior Guerra, in prima fila nel conseguimento dei 5 trofei raccolti nelle ultime 4 annate. L'altro fattore discutibile nella gestione del team è stata forse la mancanza di risolutezza nel tagliare il cordone ombelicale con chi tanto ha dato in questi anni, ma sta ora affrontando una netta fase calante.
Diverso il discorso per la dominante Emilia e per l'eterna seconda Romagna: come l'anno passato, le Finals saranno una cosa tra Rimini e Bologna, con la Fortitudo in vantaggio e col fattore campo a favore in caso di arrivo al fotofinish. Un duopolio pressoché inattaccabile, anche se al giro di boa del Round Robin l'inerzia sembrava poter premiare la T&A. Che sia la volta buona che i Pirati, dopo tante finali perse, riescano a spuntarla e tornare a vincere lo scudetto che in via Monaco aspettano dal lontano 2006? É presto per dirlo, certo è però che Bologna – dopo la sconfitta in European Cup contro Rotterdam – non ha alcuna intenzione di riaprire un nuovo ciclo, qualche kilometro più a nord, da runner up d'Italia.
LP