N°2 del tabellone batte n°1, in due set. A Brisbane il copione è lo stesso sia per l'ATP, dove Grigor Dimitrov fa il colpaccio contro Holger Rune, che per la WTA, con Elena Rybakina vincente su Aryna Sabalenka.
Cominciamo dalla finale più combattuta, il 7-6 6-4 che permette a Dimitrov di alzare a un trofeo a oltre 6 anni dall'ultima volta, quando trionfò alle Finals 2017. Contro un Rune 12 anni più giovane, ormai stabilmente in top10 e e ovviamente favorito, ma in quella Brisbane con cui ha sempre avuto un legame stretto. Lì ha conquistato il suo primo torneo, lì ha vinto più partite di tutti (23) e lì, ancora una volta, ha fatto centro. Forte di 27 vincenti e solo 8 errori gratuiti, col 77% di punti sulla prima di servizio e quasi il 40% di di game vinti in risposta.
Il tutto nonostante un primo set di rincorsa, nel quale è chiamato ad annullare tre palle break all'avversario. Il cambio d'inerzia arriva nel tie break, quando il bulgaro alza il livello, si porta sul 6-3 e, alla terza occasione utile, la chiude. Il tennis glaciale e preciso di Dimitrov inizia a prendere il sopravvento su quello più elettrico e frenetico di Rune: nella seconda partita, il danese salva a fatica il turno di battuta annullando tre palle break in un terzo gioco da 23 punti totali, nel settimo però non riesce a ripetersi e lo strappo si compie. Viceversa Dimitrov non va mai in difficoltà, quasi scippa un altro servizio avversario – con Rune ad annullargli due match point – e completa l'opera con un ultimo gioco perfetto.
Sul tabellone femminile invece si replica la finale dell'ultimo Australian Open tra la seconda e la terza del ranking, ma nonostante le premesse di spettacolo ne esce un assolo di Rybakina. Travolgente in un 6-0 6-3 senza storia alcuna su Sabalenka, al terzo ko consecutivo contro la rivale e sotto di 5 giochi già dopo 20'. 7 ace e 69% di punti di servizio per la prima kazaka dell'albo d'oro di Brisbane, al suo 6° titolo WTA e presentatasi all'anno nuovo nel migliore dei modi.