Tennis, Jannik Sinner vince a Toronto ed è 6° nel ranking
L'altoatesino è il secondo italiano a conquistare un Masters 1000, dopo Fognini
La terza volta è quella giusta. Sul cemento di Toronto, Jannik Sinner batte in due set Alex De Minaur, 6-4 6-1, e vince il suo primo torneo Masters 1000. L'ottavo titolo Atp dell'altoatesino è una gemma, un pezzo d'argenteria da esporre con orgoglio in bacheca e, magari, potrebbe rappresentare quel passo che mancava per avvicinarsi a una finale di un torneo dello Slam. Senza però avventurarsi in scenari futuri o futuribili, nel concreto, il successo di Sinner al Canadian Open è la seconda volta per un italiano come re di un Masters 1000, dopo l'impresa di Fabio Fognini a Monte Carlo nel 2019. La quarta, per chi tiene conto anche delle vittorie di Adriano Panatta nel Super Series di Stoccolma del 1975 e agli Internazionali d'Italia 1976, considerati tornei equipollenti. Sul cammino verso il trionfo di Toronto, Sinner ha perso un solo set, nei quarti di finale contro il francese Gael Monfils, lasciando a zero Matteo Berrettini, Tommy Paul e lo stesso De Minaur, con l'unico rammarico di una sfida negata con Andy Murray, agli ottavi, da problemi fisici accusati dal britannico. Questo successo regala a Sinner anche due posizioni nel ranking Atp: ora è sesto, a pochi punti da Holger Rune. Si tratta del terzo miglior piazzamento mai registrato da un italiano, dietro a due fenomeni come Nicola Pietrangeli, che fu terzo nel 1959, ma prima dell'era Open, e Panatta, quarto nell'estate di grazia del 1976. Inoltre, l'altoatesino è lanciatissimo verso le Atp Finals di Torino, essendo quarto nella corsa al torneo, con oltre 1500 punti di vantaggio su Casper Ruud, al momento ottavo e ultimo dei qualificati. Adesso è però già tempo di pensare al campo, perché Sinner tornerà subito di scena in un altro Masters 1000, quello di Cincinnati, dove esordirà al secondo turno contro uno tra Francisco Cerundolo e Dusan Lajovic, per dare la caccia a un altro titolo e incamerare ulteriori certezza verso il sogno di fine estate, ormai non più proibito, chiamato Us Open.
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