La Dakar 2010 è arrivata all’epilogo, ma soprattutto al traguardo finale di Buenos Aires, è arrivato Alex Zanotti. Concludere la gara era il principale obiettivo del pilota sammarinese, che al debutto e tra mille difficoltà, ha riportato la sua Aprilia sotto lo striscione d’arrivo della capitale argentina. Dicevamo delle difficoltà, dai problemi di spegnimento della moto, alla penalizzazione di 30 minuti per eccesso di velocità in un tratto non consentito. Poi le cadute, la spalla nuovamente lussata, una costola rotta ed un polso gonfio come un pallone. Ma Zanotti non si è fermato davanti a nulla, neppure sulle temutissime dune grigie, previste nel penultimo giorno di gara. Un’altra caduta, la spalla che esce di nuovo, il pubblico che soccorre il pilota del Titano e lo aiuta a ripartire. La Dakar è fatta cosi, caldo, sabbia, polvere, ma anche pietre, montagne ed altitudine, a rendere la gara un mix di competizione, rischio, avventura. Quella di Zanotti è stata una rimonta fantastica. Ottantunesimo il secondo giorno, al termine della prima settimana era già a ridosso dei primi venti.
Il miglior piazzamento arriva nella dodicesima tappa, con il quindicesimo posto assoluto ed il diciottesimo in classifica generale. E poi due giorni di grande sofferenza fino alla lunga passerella finale, per celebrare la vittoria del francese Despres, il terzo posto dell’Aprilia con il cileno Lopez Contardo, ma anche la memorabile impresa di Alex Zanotti.
Palmiro Faetanini
Il miglior piazzamento arriva nella dodicesima tappa, con il quindicesimo posto assoluto ed il diciottesimo in classifica generale. E poi due giorni di grande sofferenza fino alla lunga passerella finale, per celebrare la vittoria del francese Despres, il terzo posto dell’Aprilia con il cileno Lopez Contardo, ma anche la memorabile impresa di Alex Zanotti.
Palmiro Faetanini
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