Si sono cercati, piaciuti, annusati. Inseguiti e poi trovati con pochi problemi a concludere perché quando due si piacciono finiscono quasi sempre col dirsi si. Nessun ostacolo dall’ingaggio. Un biennale da 13 milioni grazie anche al contributo degli sponsor che scommettono ad occhi chiusi sul nuovo binomio. Rossi in rosso, era destino. Il dottore aveva giocato anche con la Ferrari tanto da far sembrare imminente lo sbarco in Formula Uno. In realtà l’operazione, vista a posteriori, ha soltanto rivelato la voglia di nuove sfide. Lascia la Yamaha che lo ringrazia per almeno due motivi. Per i quattro mondiali regalati alla casa del Sol Levante dopo un’astinenza di 11 anni e perché obiettivamente un Valentino in meno vuol dire un po’ di budget in più da dedicare allo sviluppo e di questi tempi tutto fa. La Ducati lo accoglie come il pilota della svolta, ma non dimentica un ringraziamento ufficiale a Casey Stoner, colui che ha dato il mondiale alla Rossa di Borgo Panigale dopo 34 anni di dominio giapponese. Un matrimonio così atteso destinato a durare, giura l’entourage del campionissimo, ben oltre i 2 anni sanciti dal contratto. Manca solo la vittoria a cementare il legame, quella vittoria che oggi sembra scontata come la firma.
Roberto Chiesa
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