Per entrare nella chiesa di San Filippo Neri a Milano si fa la fila. Sono tantissimi a salutare Julia Ituma, la diciottenne della Igor Volley Novara morta tragicamente a Istanbul nella notte tra il 12 e il 13 aprile. Ci sono le compagne di squadra, ci sono in delegazione le altre società e ci sono le istituzioni sportive dal Ministro dello Sport Abodi al Presidente Federale Fabris. "Si affollano tante domande - dice attraverso un messaggio letto sull'altare l'arcivescovo di Milano- sul perché la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità". Monsignor Delpini esprime poi vicinanza e condivisione con tutti coloro i quali stanno vivendo lo smarrimento, le inquietudini, e i sensi di colpa intrecciati ai ricordi lieti". Don Ivan sceglie le parole di Papa Francesco.: "La vita a volte ci fa sentire soli e toccare con mano la fragilità. Ma noi meritiamo di essere amati per come siamo, prima di ogni merito”.
E tutti lì a dir che Julia era fortissima e a disperarsi per non aver saputo intercettare il benché minimo segnale, una banale richiesta d'aiuto. "Avrei dovuto abbracciarti di più" dice tra le lacrime l'amica del cuore. Poi passa il feretro tra gli applausi e il ricordi di quegli occhi seri e voglia di giocare.