Dopo Bergamo c’è anche Udine. Le feste non spezzano la regola del quattro anche se le due pesanti sconfitte hanno origini differenti. Se quella contro l’Atalanta è stata una resa di squadra, quella del Friuli è figlia di una patrimoniale. L’unica imposta dimenticata da Mario Monti la paga Arrigoni che va prima sotto dopo meno di un minuto e poi anziché sbragare ricomincia a cucire e ad un certo punto il bilancio quadra anche. Candreva calcia sulla traversa, Ceccarelli la rimette dentro ed Eder trova il primo gol in quella che sarà la sua ultima uscita col Cesena. La patrimoniale si diceva in due rate, sui beni di lusso. Adrian Mutu, che a filo d’intervallo spreca la pallissima del sorpasso, e addirittura Antonioli. Imbarazzante sottolineare le figuracce di un colosso, ma su Asamoah è un paperone. La partita finisce virtualmente una manciata di minuti più tardi con il secondo giallo di Lauro che vuol dire rosso e titoli di coda. Basta, nel senso che il succo è già tutto in bottiglia e Basta nel senso che lo svizzero uccella ancora da lontano l’Antonioli stranamente gatto di piombo e Totò Di Natale che minimo al Cesena ne fa due fa appunto il secondo. Finisce 4-1 e anche il treno delle partite impossibile. Contro il Novara però impossibile sarà non vincere.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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