Dici Jamaica e fino a qualche anno fa veniva in mente “No woman no cry” erano in tanti ad avere quella bandiera nera, verde, gialla appesa in qualche parete della propria casa, con l’immagine di quel cantante che solleticava pensieri evasivi. Oggi la Giamaica non è più solo Bob Marley, ma è soprattutto Usain Bolt. “No woman no cry” sarebbe stata la colonna giusta per una serata come quella di ieri sera, con splendide donne color ebano a piangere di gioia, sommerse dall’emozione nel vedere ancora una volta il loro portabandiera sfrecciare a tutta velocità, poi decelerare, a cinque passi dal traguardo; come voler dire “non ho bisogno di tutta la mia potenza” per vincere il secondo oro coprendo i 200 in 19"32. E se il mitico Carl Lewis era il figlio del vento, Usaim è stato ribattezzato il figlio del sole e c’è già chi prevede per lui un futuro nel calcio, lui tifoso del Manchester United, chissà che sir Alex Fergusson non gli faccia fare un provino, la certezza è che uno così se scatta sulla fascia, non o prende nessuno. Il calcio non è atletica, staremo a vedere, è bello sognare, come stanno facendo, grazie a lui, gli splendidi Giamaicani.
Lorenzo Giardi
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