Un vento beffardo e cattivo soffia a più di 150 al campo base, quasi a 200 in vetta. E così il sogno di Antonio Pazzaglia resta chiuso tra la tenda e i pensieri dell’alpinista. Che attende. Attende probabilmente domani, quando le raffiche sono previste in attenuazione. La beffa è completata da giornate completamente sgombre da nuvole, che rappresenterebbero lo scenario ideale per tentare l’assalto alla vetta. In questi giorni ci hanno provato in due, una spedizione finlandese e una catalana, ma sono state costrette ad un repentino dietrofront. Al campo 2, a quota 8.000, era impossibile reggersi in piedi. Fino a sabato 28 il calendario distribuisce con il contagocce le ultime possibilità. Il mese di maggio è infatti l’unico nel quale è possibile sfidare il tetto del mondo. Sarebbe il finale più bello e meritato per Antonio Pazzaglia che ha combattuto con le previste difficoltà, ma anche contro tanta sfortuna. Un vento che, così forte, non soffiava da oltre 30 anni sulle vette Himalayane, tanto da rendere l’impresa quasi impossibile per tutti. Solo 10 alpinisti hanno attaccato l’Everest, nel maggio 2004 erano stati più di 100.
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