Vivere le leggende
In studio da noi venerdì scorso, Eraldo Pecci raccontava una leggenda del calcio come la punizione a due di Maradona a Napoli contro la Juventus, un gol che Pecci continua a definire assolutamente impossibile e proprio per questo entrata nella storia del calcio. Eraldo sorride e dice che, con oltre ottocento partite giocate e uno scudetto e una storia calcistica, quel passaggio di trenta centimetri che lui non voleva neppure fare e che di per se poteva - forse - fare chiunque è la cosa che gli ricordano più spesso ovunque.
Perchè questo vuol dire diventare leggenda. E se oggi forse la leggenda nello sport è un po più difficile perché ormai si fonda sulle immagini e non sulle parole - notoriamente più evocative delle immagini e quindi di per sé più leggendarie - ogni tanto qualcosa succede che ce lo ricorda. La punizione di Pecci e il gol di Maradona o la recente serata romana con il Barcellona dunque oppure la borraccia misteriosa che passa da Coppi a Bartali o viceversa - oggi infatti e purtroppo la tv avrebbe eliminato il fascino del mistero che ancora oggi avvolge il chi passa l'acqua a chi - oppure quello che è successo ieri sera a Milano dove la VL Pesaro batte con merito riconosciuto da tutti EA7 Armani, contro ogni pronostico ragionevole. Ma la leggenda è contraria alla ragione e se hai coraggio e testa e cuore, la ragione a volte passa in cavalleria e capita di vincere una partita in quel modo.
La VL - la cui maglia porta curiosamente pochi sponsor altrettanto coraggiosi, rispetto al puzzle di aziende che ricopriva la sua antagonista di ieri - ha vinto ieri grazie in primo luogo a se stessa e ai suoi giocatori che hanno saputo fare squadra e sopratutto al crederci fino alla fine. Tenendo anche conto che non è poco avere contestualmente dimostrato ancora una volta che un problema, trattato nel modo giusto, diventa una opportunità, come è accaduto con la assenza di un centrale come Mika che ha costretto il coach pesarese a rivedere gli schemi e a inventare qualcosa di diverso.
Dunque leggenda con Bertone, Clarke ma tutti, tutti, giocatori, tecnici, dirigenti, staff, i pochi coraggiosi sponsor, tutti nessuno escluso fino all'ultimo tifoso magari di quelli portati sulle spalle dei genitori quando si gioca in casa. Leggenda da vedere o da rivedere e comunque da vivere insieme dunque domani sera alle 21.40. Vivere una leggenda non capita spessissimo.
cr