L'aveva già persa, la VL, con un primo quarto drammatico definito da Leka "da calci nel sedere". E Avellino l'aveva chiusa riprendendo come da pronostico un cammino interrotto nello sciagurato Ko di Cremona. E' successo tutto nel primo quarto quando Fesenko, Rich, ma soprattutto l'imprendibile Leunen catapultano Sidigas sul 25-8 trasformando l'Adriatic Arena in una palestrina da partita amichevole. Qui poteva finire tutto, ma per vincere Avellino dovrà sudarsela. Ancelotti suona la carica, Bertone, Milik e Ceron accendono la bagarre e riportano una Pesaro morta e sepolta nel mondo non solo dei vivi, ma di quelli che la vogliono vincere. Quando l'intervallo lungo suona sul 33-43 le parti sono ancora distanti, ma l'idea che possa esserci partita c'è già. Corroborata nel terzo dal break di 7-0 innescato da un Moore a tratti devastante. Adesso il match non solo è vero, ma è bellissimo e Sacripanti spende un paio di timeout per rimettere ordine e riprendere mentalmente una gara già archiviata e di colpo ancora tutta da vincere. Tanto che il terzo quarto si chiude con un 60-63 che vuol dire un solo possesso di ritardo. Comincia un quarto e ultimo periodo vietato ai cardiopatici con la Sidigas che alza i giri e corregge le percentuali di tiro non così buone. Moore tiene Pesaro lì con due triple, e in ben tre occasioni la Vuelle fallisce il clamoroso sorpasso. Quando sul 77-78 Bertone va in lunetta sembra fatta invece gli errore pesano come un macigno e di là, la stoppata di Leunen manda Scrubb a scacciare la paura. Finisce 78-73 nonostante un primo quarto non giocato. Finisce quasi alla pari con la seconda forza del campionato e forse fa ancora più male.
R.C.
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