Prima del giorno di riposo, la Vuelta tocca la sua cima sfidando l'Alto de l'Angliru, che promette fughe e crolli di classifica e invece, viceversa, tiene a galla tutti. Carthy vince la tappa tagliando in solitaria il traguardo in discesa, posto dopo 12,4 km col 9,9% di pendenza media, punte del 23,5% e ultimi 7 km a impiccarsi, con pendenza mai sotto al 10%. A 16” dal vincitore ci sono Vlasov, Mas e soprattutto Carapaz, che strappa la Rossa a un Roglic che arriva, insieme a Kuss e Dan Martin, dopo altri 10”. E 10” dunque è lo scarto che fa saltare lo stallo tra i due capolista ex aequo, mentre Carthy sale a 32” dalla vetta e per 3” toglie il terzo posto a Martin. Il cambio al vertice si prospetta comunque di breve durata, perché martedì si riparte con una crono e quella è specialità di Roglic. Carapaz doveva prendere le distanze e invece niente, dunque quella di oggi, se non una sconfitta de facto, è quantomeno una vittoria di Pirro.
Nella fase pre-montana si issa subito al comando un plotone di una ventina di ciclisti, tra i quali gli azzurri Formolo – poi caduto in discesa – e Cattaneo. Cattaneo che è il solo a tenere quando, sull'Alto de Coral, Sanchez saluta tutti e va in allungo. Si aggiunge anche Guillame Martin e il terzetto tiene botta fino a 10,5 km dal traguardo, salvo poi essere ripreso dal gruppo. Nel quale lo scatenato Froome fa da gregario di lusso e traina Carapaz, anche se a comandare le manovre è la Jumbo-Visma di Roglic. Poi l'Angliru, dove i contendenti cominciano a staccarsi: Froome, Soler, Cattaneo, Nieve, Valverde cadono come mosche e là davanti ne restano 9. Carapaz bluffa un po' e ai 2 km, dopo un mezzo strappo di Mas, parte all'attacco. Roglic non replica, ma il vincitore del Giro 2019 non ne ha per volare via. E allora, dopo un altro km di stallo, c'è lo spunto definitivo di Carthy, che in una Vuelta ancora senza padroni si mette in lista come outsider numero uno.