E' la nata la Vuelta numero 69. Dura, non impossibile. Con otto arrivi in salita ma anche cronometri e chilometri in pianura. E' nata senza padrone, dicono con orgoglio gli organizzatori della corsa a tappe che dopo Giro e Tour completa il trittico europeo quando l'estate sta per finire e chi va presto fuori classifica comincia a pensare al Mondiali. Si parte il 23 agosto con la cronosquadre di Jerez, arrivo il 14 a Compostela dopo aver pedalato le strade dei pellegrini. El Camino, che da noi sarebbe Cammino. In attesa di definire il cast, la scena se la prendono gli spagnoli. Contador non nasconde di gradire il percorso e candidarsi a protagonista assoluto. Valverde e Rodriguez, poi? Poi vedremo. Mancano l'Angrilu e i Pirenei (se si eccettua la breve incursione all'undicesima tappa), i trasferimenti sono calati, insomma la Vuelta al tempo della crisi è meno dura, non meno affascinante. Salta anche la capitale Madrid ma sarà festa per la carovana in transito da Cadice a Cordoba, Granada a Sierra Nevada alle Asturie. L'ultima edizione è stata vinta dal quarantunenne americano Horner, Vincenzo Nibali l'ultimo a mollare.
Roberto Chiesa
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