L'Atleta dell'Anno si rinnova e triplica: per la prima volta non ci sono due vincitori ma sei, il e la migliore nelle tre categorie previste. Noah Lyles e Faith Kipyegon per la pista, Armand Duplantis e Yulimar Rojas per le pedane, Kelvin Kiptum e Tigist Assefa per la strada.
Lo statunitense Lyles ha dominato nella velocità: miglior crono dell'anno (9” 83) e soprattutto tripla corona iridata a Budapest, con gli ori nei 100, nei 200 – dove era detentore del titolo – e nella 4x100, quest'ultimo davanti all'Italia del campione olimpico Marcell Jacobs.
Viceversa, la keniana Kipyegon si è fatta sempre più leggenda del mezzofondo, vincendo la Diamond League nei 1500 e siglando tre nuovi record mondiali: proprio nei 1500 (3' 49” 11), nel miglio (4' 07” 64) e nei 5mila, un 14' 05” 20 poi strappatole, per altri 5”, dall'etiope Gudaf Tsegay.
Record che ormai sono una costante nella carriera dello svedese Duplantis, fenomeno assoluto del salto con l'asta: per lui conferma dell'oro iridato e terza Diamond League in fila, conquistando la finale di Eugene con un 6,23 da primato mondiale, il 6° per lui in 4 anni.
Dominio incontrastabile anche per la venezuelana Rojas, nel salto triplo: con l'oro di Budapest si è presa il 4° titolo mondiale consecutivo – il 7° contando anche l'indoor – con in mezzo anche il trionfo olimpico a Tokyo.
Per quel che riguarda la strada, il premio va ai nuovi detentori del record mondiale della Maratona: il keniano Kiptum, vincente anche a Londra, ha fissato il nuovo primato in 2h 35” a Chicago, l'etiope Assefa l'ha registrato a Berlino, in 2h 11' 53”, abbassandolo di oltre 2'.
Le Rising Stars vanno al Kenya: i migliori giovani sono i 19enni Emmanuel Wanyonyi e Faith Cherotich, rispettivamente argento mondiale e campione Diamond League negli 800 e bronzo mondiale nei 3mila siepi. C'è anche un po' d'Italia con Mattia Ozbot, premiato per la foto dell'anno.