Germani Brescia-Carpegna Prosciutto Pesaro 101-74
Il problema c'è e forse e più di uno. Ma quello che fa più male è che il 101-74 finale arriva nonostante Esposito abbia fatto un periodo, l'ultimo, di rotazione totale con seconde linee e ragazzini in campo. Un po' di scusanti la Carpegna Prosciutto le ha, Chapman, Totè e Miaschi non si possono regalare ad una squadra forte come Brescia, ma la tradizione di una città che vive di pallacanestro impone almeno di restare in partita per più di 5 minuti. Quando per falli Perego ha tolto dal campo Zanotti lasciando il solo Eboua a presidiare i canestri in un attimo le distanze si sono dilatate 48-31. Una specie di allenamento agonistico per la squadra di Esposito che tra l'altro a Pesaro in un altra era ha anche giocato. In un'altra era e un'altra Pesaro. Brescia stende Pesaro dunque: la Carpegna Prosciutto non ha cambi per i lunghi, per cui ha insistito molto nell’andare a giocare nel pitturato spalle a canestro. Non c'era alternativa a questa scelta e dunque la Germani ci ha messo un attimo. Infortuni che sotto canestro rendono Pesaro troppo vulnerabile, ma la situazione esterni non è poi stata tanto migliore. Barford ha provato ad arrangiarsi da solo eccedendo in tiri forzatissimi e facendo saltare anche quel po' di organizzazione. Mentre Pusica, in odore di taglio, è stato l’unico a prendersi responsabilità anche non sue per tenere almeno fino all'intervallo in linea di galleggiamento. Vince Brescia, ma soprattutto parla un linguaggio diverso e gioca quasi un altro sport. Più forte, più chili, più centimetri, più reattiva. Una macchina perfetta guidata in campo in maniera sopraffina dal play Luca Vitali. Che magari non presenta numeri impressionanti, ma trova sempre l'appoggio per il compagno meglio posizionato. La Germani in sostanza trova tutti tiri comodi.