Gli operai in paradiso
In NBA i due maggiori riconoscimenti individuali annuali per i giocatori, sono il premio di MVP della Regular Season e quello delle finali NBA. Il rendimento nelle finali è più importante, anche se solo due squadre vi giocano e molti grandi campioni quindi non possono vincerlo, perché essendo il basket uno sport di squadra, nonostante un altissimo rendimento soprattutto nei play off, non possono giocarle. Si tratta di premi opinabili come gli oscar del cinema, ma sono opinabili fino a un certo punto, perché chi li assegna, non è certo gente sprovveduta. Solitamente questi premi vengono dati al miglior giocatore della squadra vincente, che in linea di massima è la stella più luminosa, quella con le statistiche migliori, ma vi sono stati casi in cui a vincere questi premi, sono stati degli “operai”, dei giocatori che vanno in campo per far brillare le stelle, il cui rendimento va oltre i numeri.
Nelle finali NBA gli MVP (Most Valuble Player cioè miglior giocatore valutato) operai sono stati i seguenti. Jo Jo White, Boston Celtics 1976, Dennis Johnson, Seattle Supersonics 1979, Cedrix Maxwell, Boston Celtics 1981, Chauncey Billups, Detroit Pistons 2004 e Andrè Iguodala, Golden State Warriors 2015. Nessuno di questi è mai stato la stella principale di una squadra vincente, ma i loro nomi sono scolpiti nell’olimpo del basket, assieme a quelli dei giocatori più leggendari ed è una cosa positiva, perché insegna che non tutti possono essere dei divi, ma anche chi non lo è e si sacrifica per gli altri, può raggiungere la gloria, anche se non è l’idolo dei sognatori. A livello italiano ed europeo, c’è stato un operaio che ha spiccato più di tutti, Dino Meneghin.
Andrea Renzi.