Il basket nei playgrounds
Cosa sono i playgrounds? Sono campi da gioco che nel basket rappresentano la disciplina da strada, quella più spicciola, essenziale, romantica e alla portata di tutti. Le regole si improvvisano al momento come anche le squadre. Da qui si intuisce che non ci sono menti sofisticate che elaborano tattiche e schemi come nel basket tradizionale, non ci sono nemmeno arbitri e addetti al tabellone. Sono campi accessibili a tutti, che spesso diventano territorio di giovani senza soldi, perchè si può giocare gratis. Questi campi nascono come pessime strutture, ma negli ultimi anni sono stati modernizzati e ora alcuni di questi fanno un bel colpo d'occhio. New York è la città per eccellenza dei playgrounds, ce ne sono più di cento; il più prestigioso di questi è il Rucker Park nel quartiere di Manatthan.
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C'è chi dice che non si può andare nella città della grande mela senza visitarne almeno uno, perchè rappresentano una parte della cultura popolare statunitense, anche se si tratta spesso di una parte che si fa finta di non vedere. Tra i più grandi giocatori di basket dei playgrounds della storia ci sono questi dieci atleti che non arrivarono mai a giocare in NBA. Ed "Booger" Smith, Curtis Jones, Brian "Sad eye" Watson, Curt "Trouble" Smith, Richard "Pee Wee" Kirkland, Demetrius "Hook" Mitchell, Billy "The kid" Harris, Joe "The destroyer" Hammond, Earl "The goat" Magnigut, Raymond Lewis. Si persero tra vari problemi personali, chi di droga, chi di attitudine mentale, tra vari problemi con la giustizia e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo oggi sono nomi dimenticati dai più e c'è il rammarico di non essere riusciti a toglierli dalla strada e portarli al successo in NBA.
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Poi su questi campi ci hanno giocato anche Allen Iverson, LeBron James, Kobe Bryant, Wilt Chamberlain, Kareem Abdul Jabbar, Jiulius Erving, Kevin Durant, Rafer Alston, Vince Carter, Stephon Marbury che hanno spopolato anche in NBA.
Andrea Renzi