NBA, il ritorno dei centri dominanti
In questo inizio di stagione 2020-21 in NBA i due giocatori che si sono messi più in luce di tutti gli altri, sono Nikola Jokic dei Denver Nuggets e Joel Embiid dei Philadelphia 76ers. Se la stagione regolare finisse adesso, sarebbero indiscutibilmente gli unici candidati al titolo di MVP, il premio annuale che viene assegnato al miglior giocatore. Cos'hanno questi due fenomeni in comune? Essere dei centri. E cosa c'è di strano, visto che il basket nell'immaginario collettivo è la disciplina dei giganti? Che è da ventuno anni dalla stagione 1999 - 2000, che un centro non vince tale premio; l'ultimo di questi è stato l'immenso Shaquille O'Neal. Infatti negli ultimi anni il cambiamento di alcune regole e l'evoluzione del gioco hanno penalizzato i centri giganti e pesanti e hanno favorito i giocatori più piccoli che giocano più lontano da canestro e puntano di più sul tiro da fuori.
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La regola che più di tutte ha sfavorito i centri, è quella dei tre secondi difensivi, che negli ultimi anni ha impedito ai centri di dominare totalmente in difesa sotto canestro e hanno permesso ai giocatori più piccoli di tirare maggiormente dentro l'area. Altre regole che non permettono più ai difensori di toccare gli attaccanti, hanno aumentato la possibilità di segnare da tre punti. Non è un caso che per essere oggi nel 2021 dei centri dominanti, bisogna essere centri con mani dolci come quelle di un piccolo e saper giocare bene anche lontano da canestro. È appunto il caso di Jokic ed Embiid, che sono centri che tirano bene da tre punti, passano benissimo la palla, sono veloci di piedi e sanno allontanarsi dall'area. Hanno anche in comune il fatto di non essere statunitensi, Jokic è serbo ed Embiid camerunense. Fermo restando che per essere MVP, dovranno fare i conti con l'eterno re statunitense LeBron James.
Andrea Renzi