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Supercoppa Martin Mancini, Cantù fa tripletta col 61-44 su Santo Stefano

Trascinata da Berdun e Carossino, la Briantea84 domina da principio a fine e, dopo aver vinto scudetto e Coppa Italia, completa l'annata perfetta.

27 ott 2024
18ª edizione per un Memorial Martin Mancini che si fa grande e per i grandi
18ª edizione per un Memorial Martin Mancini che si fa grande e per i grandi

18ª edizione per un Memorial Martin Mancini che si fa grande e per i grandi: non più Supercoppa Giovanile di basket in carrozzina ma Supercoppa Italiana n°23, 23 come gli anni che, per un gioco del destino, avrebbe compiuto Martin. E come nelle ultime due versioni “under”, a trionfare è la Briantea84 Cantù, che dopo aver vinto campionato e Coppa Italia fa tripletta col 61-44 sul Santo Stefano, dominato da principio a fine. 7ª Supercoppa per Cantù, che stacca Sassari in vetta all'albo d'oro, e addirittura 10ª per il recordman assoluto, l'eterno Adolfo Berdun. L'argentino classe '81 è anche il top scorer con 22 punti, 18 dei quali nel decisivo primo tempo: a trascinare i lombardi sono lui e Filippo Carossino, che ne aggiunge 19, ai marchigiani non bastano i 16 di Sabri Bedzeti.

Il via simbolico lo dà il paratleta sammarinese Ruggero Marchetti, fresco di doppio bronzo ai campionati italiani di atletica leggera e di argento ai mondiali di canicross; dopodiché, proprio Berdun firma, in solitaria, il 7-0 con cui Cantù apre la Supercoppa. Un distacco confermato fino al primo riposo e quasi del tutto annullato al rientro, quando Santo Stefano ne fa cinque in fila e, per la prima volta dal primo svantaggio, torna a tiro di pari e sorpasso.

Ma è una mera illusione, perché Berdun e Carossino replicano con un 9-0 che, di fatto, chiude il discorso con larghissimo anticipo. I verdi stavolta non riescono più a reagire, con la difesa lombarda che serra la strada del canestro e li costringe spesso a mangiarsi tutti i 24” a disposizione per l'attacco. Così il massimo vantaggio di Cantù continua a salire: +12 allo scadere del tempo, +14 col via della ripresa e poi, dopo il 6-0 Santo Stefano che tampona l'emorragia, ecco un altro parziale di sette a riallargare la forbice. Così l'ultimo quarto è una mera amministrazione dei campioni d'Italia, arrivati a toccare anche il +21 e mai più scesi sotto i 15 di margine.

E quando finisce la Supercoppa prosegue lo spettacolo, con Berdun che si issa sul canestro per il rito del taglio della retina. Terminato il lavoro, l'asso argentino se la aggiusta a mo' di sciarpa, si fa passare i trofei di giornata e infine, a foto fatte, riscende senza problemi. Una scena che rappresenta perfettamente il motto “trasformare un disagio in un talento”, lascito di Martin e motto dell'Associazione a lui dedicata.





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