Addio Angelillo, angelo dalla faccia sporca
E' il 1958 e Angelillo fa cifra tonda: 33 partite, 33 gol. Un record caduto una vita più tardi per via di un altro argentino, El Pipita Higuain.
Numeri comunque non sufficienti a far scattare la scintilla col Mago Herrera perchè allo stregonesco Mourinho antelitteram piacciono solo i soldatini. Antonio Valentin non lo è. E la voci su una vita oggi si direbbe alla Nainggolan si arricchiscono ogni giorno di un capitolo fino a quella di una leggendaria relazione con una ballerina da Night.
Il Mago convince Moratti che può bastare e l'angelo imborghesito, ma ancora letale sottoporta passa alla Roma dove distillava gocce di talento risparmiando energie.
L'ultimo giro nel da vice Rivera nel Milan del Paron e uno scudetto non da protagonista, ma uno scudetto.
Il dopo è una dignitosa carriera da allenatore un po' in tutte le categorie, un anno anche a Rimini, prima del buen ritiro vissuto nell'aretino sorseggiando rossi toscani e tifando Inter fino alla fine.
Fu lui a telefonare a Moratti figlio per parlargli di un certo Zanetti. Quel giocatore infaticabile, che Angelillo ammirava stancandosi semplicemente nel vederlo correre.
r.c.