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Addio "Pablito"

Voluto da Bearzot ai mondiali del 1982, aveva vinto la classifica cannonieri con 6 gol, tre dei quali al Brasile.

di Elia Gorini
10 dic 2020
Paolo Rossi a San Marino

Basterebbe dire Spagna '82 e rivivere la storia di quel mondiale, per ricordare Paolo Rossi. Una storia, dentro la storia che, come quel mondiale, nasce male per finire gloria. Per tutti è stato Pablito. Poco importa se quel soprannome, in fondo era nato 4 anni prima in Argentina, perché l'eroe di Spagna '82 era stato lui. Il calciatore capace di regalare un sogno all'Italia, dopo quei mondiali solo in bianconero diventati, finalmente anche a colori con l'azzurro del 1982. 6 gol, che hanno consegnato Paolo Rossi all'eternità. L'eroe gentile capace di affondare con tre gol il Brasile di Zico e Falcao, facendo di una partita un'opera d'arte. Da tramandare come la tragedia del Sarriá, nel giorno in cui, il mondo scopriva Paolo Rossi e il Brasile veniva eliminato.

E sì, il mondiale. Perché la gloria nel calcio passa per gol e vittorie. Argentina, Brasile e Germania. Nel mondiale perfetto, nel quale l'Italia batte tutti e tutto, Paolo Rossi segna: una tripletta a Zico e compagni, doppietta alla Polonia di Boniek, la rete del vantaggio alla Germania. Basterebbe questo per fare di Paolo Rossi grande tra i grandi, insieme a Pallone d'Oro, coppe e scudetti vinti con la Juventus. Paolo Rossi è stato l'immagine di quel mondiale, un eroe arrivato in Spagna tra dubbi e polemiche che, un sapiente e paziente, Enzo Bearzot ha saputo aspettare, per poi restituire trasformato. Il Vecio, che è stato faro nel momento più buio della sua carriera segnata dalla squalifica per lo scandalo scommesse, che ha salvato l'uomo, per riconsegnare il calciatore diventato eroe, per un mondiale, per sempre. Anche se alla fine, fino alla fine, Paolo Rossi è sempre stato un "ragazzo come noi".



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