Quel che resta di un Milazzo in crisi societaria, con molti giocatori a casa, con il tecnico Tosi di fatto congelato da qualche settimana per via di problemi familiari e dopo un viaggio in pullman di 15 ore fa quello che può. E quindi, come logico, perde la partita. Torna a vincere quindi il Bellaria che fa una gara ora di sostanza, ora leziosa. Fa, disfa, crea e divora. E soprattutto la chiude solo nel secondo tempo. Ma restano tre punti comunque importanti a dare sostanza ai tanti pareggi dell'ultimo periodo. Il Milazzo è tutto volontà e, forse per l'ultima volta, si gusta i piedi un Lewandowsi ultimo dei senatori a non aver fatto la valigia. E proprio l'ex Padova e Monza spara un tiro che graffia la traversa e timbra la partita ospite. Di là c'è Fall pronto a sfruttare le innumerevoli sponde di un Bernacci delizioso nel ruolo di assist man che quando ritroverà il giro e tiro dei giorni migliori avrà l'impatto di un Ibrahimovic sulla categoria. In vantaggio con Fall, un minuto dopo l'Airone dovrebbe stoccare e invece ci va morbido, ma poi si inventa una pallissima per far galoppare Masullo e armare ancora il piattone impaziente di Fall. Un 2-0 del genere apre ad una lunghissima gestione di quel che sarà, ma un liscione da balera di Maccarrone, scatena la voglia di normalità di Cartone. Diagonale da punta vera e a filo d'intervallo tutto teoricamente riaperto.
A campi invertiti Angelino all'inglese (né porta, né compagni preposti) e poi anche Rossini a scalciare l'orgoglio isolano scaricato da D'Amico sul primo palo. Se l'allarme suona, nel senso ammesso che, dura poco. Bernacci affossato in piena area, è solo rigore che l'altruista aironissimo lascia a Tattini. Destro tremulo ma sufficiente a chiuderla lì. C'è possesso è castagna di Mariani a spaccare l'incrocio. C'è possesso e modo di non far poker. Rosseti dall'area piccola si divora un gol strafatto. D'Amico prende il giallo al posto del rigore e Marco Bernacci scherza con tutti. Porta compresa. Incredibile nel bene e nel male.
Roberto Chiesa
A campi invertiti Angelino all'inglese (né porta, né compagni preposti) e poi anche Rossini a scalciare l'orgoglio isolano scaricato da D'Amico sul primo palo. Se l'allarme suona, nel senso ammesso che, dura poco. Bernacci affossato in piena area, è solo rigore che l'altruista aironissimo lascia a Tattini. Destro tremulo ma sufficiente a chiuderla lì. C'è possesso è castagna di Mariani a spaccare l'incrocio. C'è possesso e modo di non far poker. Rosseti dall'area piccola si divora un gol strafatto. D'Amico prende il giallo al posto del rigore e Marco Bernacci scherza con tutti. Porta compresa. Incredibile nel bene e nel male.
Roberto Chiesa
Riproduzione riservata ©