Calcio donne: negli Usa salta l'accordo sul salario
Finirà davanti ad un giudice, con tutta probabilità, la vertenza tra la Federcalcio Usa (Ussf) e le giocatrici della nazionale, reduci dalla vittoria del mondiale, sul tema caldo della parità retributiva con i calciatori. "Abbiamo avviato la mediazione con l'Ussf piene di speranze - ha detto la rappresentante le atlete, Molly Levinson - ma dobbiamo interrompere questi incontri fortemente deluse dalla determinazione della federazione nel perpetuare un atteggiamento discriminatorio". Altrettanto decisa la reazione della federazione, secondo cui "l'approccio della controparte è stato eccessivamente aggressivo e in sostanza improduttivo". "Apprezziamo le nostre giocatrici e lo abbiamo dimostrato continuamente, fornendo loro un compenso e un supporto che supera qualsiasi altra squadra femminile nel mondo", afferma ancora la federazione, che sostiene la volontà di "continuare la trattativa in buona fede e senza forzature".
Tre mesi prima dell’inizio dei Mondiali in Francia le calciatrici della nazionale americana avevano accusato i dirigenti federali di “discriminazione di genere istituzionalizzata” per il diverso trattamento ricevuto rispetto ai giocatori della nazionale maschile. Nello specifico le calciatrici della nazionale avevano denunciato la Federazione per compensi e premi molto inferiori, scarsità di strutture e risorse per allenamenti e cure mediche, oltre a una minor promozione su base nazionale.