Capello in Russia: questione di giorni

Capello in Russia: questione di giorni.
Uno degli allenatori più vincenti di sempre, uno di quelli che quando arrivano non possono puntare a meno che alla vittoria quotidiana e finale. Capace di rinnovare e rinnovarsi, con la sua durezza, ermetica, con i suoi dogmi, imprescindibili. Semplicemente il punto di riferimento per tanti allenatori, lo spauracchio dei calciatori troppo esuberanti. Fabio Capello di Pieris, anni 66, potrebbe approdare al timone della Nazionale Russa. Il condizionale è d’obbligo prima della firma nero su bianco, ma sembra sia solo questione di ore il passaggio di Don Fabio alla corte della Federazione Russa.
Un uomo a cui non piacciono le mezze misure e che per questo è intenzionato a trasferirsi e vivere in Russia, per stare più a contatto con il calcio a cui si indirizza. Lo è stato in Inghilterra, dove l’orgoglio e la personalità gli hanno impedito di mandare giù un boccone troppo amaro per chi è abituato a mordere, ringhiare, come quando era giocatore.
Spal, Roma, Milan e Juve: 2 Coppe Italia e 4 Scudetti. Un curriculum mostruoso, destinato a divenire fenomenale una volta appese le scarpette al chiodo per assumere le redini della panchina: tra Milan. Juve, Roma e Real arrivano 7 affermazioni nazionali, 4 supercoppe italiane, 1 Champions e 1 Supercoppa Europea. Ora la nuova, grande sfida. Con Capello agli Europei – dicono – l’Inghilterra avrebbe avuto tutt’altra sorte. Un grande allenatore incide non poco nelle prestazioni di una squadra: lo sanno bene in Russia dove nel recente passato si sono affidati a mostri sacri come Hiddink e Advocaat. Ora il testimone passa a Fabio Capello. Pardon, Zar Capello.

Luca Pelliccioni

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