Caso Suarez: le indagini sull'esame "farsa" proseguono
L'attaccante uruguaiano ha dato l'addio al Barcellona diventando a tutti gli effetti un calciatore dell'Atletico Madrid. Nel frattempo proseguono le indagini, condotte parallelamente da Guardia di Finanza e FIGC. La Juventus, al momento, non è indagata.
Il “Pistolero” ha ben altro per la testa ma in Italia non si continua a parlare d'altro. Luis Suarez, da oggi, è un nuovo calciatore dell'Atletico Madrid dopo aver salutato il Barcellona in una conferenza stampa tra le lacrime ma senza nessuna parola sull'esame “farsa”. Le indagini – condotte parallelamente – tra Guardia di Finanza e FIGC proseguono per cercare di capirne di più su ciò che è successo lo scorso 17 settembre quando l'attaccante urugaiano ha ottenuto il B1 all'Università per Stranieri di Perugia per ottenere la cittadinanza italiana. Per il momento, gli indagati sono 5: tutti dirigenti o professori dell'ateneo tra cui la rettrice Giuliana Grego Bolli e il direttore generale Simone Olivieri. Per quest'ultimi si ipotizza, tra i diversi reati, anche quello di concorso in corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Il procuratore Raffaele Cantone sta raccogliendo tutto il materiale possibile, arricchendosi anche di nuove intercettazioni. L'accusa è l'esame concordato con Suarez, gli argomenti decisi prima dello svolgimento della prova così come i punteggi da assegnare. L'Università perugina si difende, dicendo di aver fatto tutto con la massima correttezza.
L'inchiesta va avanti, così come quella della Procura Federale della FIGC che ha aperto un fascicolo. L'attenzione è rivolta ai contenuti dell'articolo 32 del codice di giustizia sportiva riguardante la responsabilità dei dirigenti che tentino – direttamente o indirettamente – di ottenere documenti falsi o alterati. Qua rientra la Juventus che ha sì richiesto l'esame di Suarez ma, al momento, non risulta indagata dal momento che la pratica dell'esame – secondo la versione bianconera – è stata gestita direttamente dall'entourage del giocatore e non dalla società. Si vedrà, le indagini sono solo all'inizio. Ciò che rimane – per adesso - è la delusione da parte di quegli studenti “costretti” - tra virgolette - a studiare per ottenere riconoscimenti importanti per la vita e la carriera.