E vincere diventa così strano da riscoprire pudori adolescenziali nel raccontare le sensazioni. Innanzitutto il Cesena non è messo il vestito buono, anzi. Con la faccia brutta e la tuta da lavoro Pierpaolo Bisoli è stato di parola. Ricominciare dalla difesa per recuperare autostima e magari qualche risultato aiuterà tutto un po’ a sbloccarsi. Per il gioco ci vorrà tempo. Una specie di tabella di marcia rispettata alla lettera dall’uomo di Porretta che esibisce uno score di 4 punti in due gare e 0 gol subiti. Per il gioco, appunto, ci sarà tempo. Anche perché il Cittadella non è l’avversario migliore. Sta bello alto, aggredisce e quando riparte fa davvero paura perché davanti quelli di Di Roberto, Di Carmine e Bellazzini non sono nomi altisonanti, ma ottimi giocatori da B. Il Cesena è spuntato col solo Graffiedi a far da Marta e Maddalena, supportato da un D’Alessandro più che altro fumosetto, cui Bisoli nella ripresa ha preferito il casino organizzato di Parfait. E se dietro Belardi ha blindato la porta e Comotto ha convertito i fischi in applausi, e se contro il Cittadella la palla del delirio l'ha incornata Djokovic, ora il tecnico dovrà recuperare qualcosa dalla metà in su. Perché la sua squadra ha mille problemi, ma anche qualche freccia nel suo arco ora in mano ad un tecnico che (come è stato scritto) non sarà forse il migliore su piazza, certamente però lo è per la piazza.
Roberto Chiesa
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