Il Milan perde a Barcellona, ma per almeno un'ora gioca una delle sue migliori partite sotto gli occhi di Adriano Galliani e Barbara Berlusconi, seduti vicini al Camp Nou ma mai così lontani. I rossoneri risvegliano Messi che segna una doppietta dopo 4 partite a secco, e subiscono da Busquets l'ennesimo gol di testa e su calcio piazzato. Ma mostrano qualche segnale positivo, soprattutto il solito Kakà ma anche Balotelli che per la terza volta da quando è al Milan parte dalla panchina ma gioca un secondo tempo piuttosto disciplinato. Alla fine questo 3-1 fa male fino a un certo punto. Mentre il Barca è già qualificato agli ottavi, il Milan resta al secondo posto nel suo girone di Champions League e Allegri resta in bilico, in attesa della sfida di domenica con il Chievo, forse più delicata. Sono giorni tesi anche a livello societario. In tribuna d'onore al Camp Nou vanno in scena i primi effetti visibili dello scossone prodotto da Barbara Berlusconi domenica, quando per la prima volta ha messo in discussione la gestione di Adriano Galliani. Fra i due la temperatura è fredda come la formale stretta di mano che si scambiano quando la figlia del presidente Silvio Berlusconi si siede al fianco dell'ad in tribuna d'onore. Per tutta la partita le tv inquadrano zero sorrisi su sguardi che non si incrociano mai, nemmeno in occasione dei due gol del Barcellona. Galliani si scuote quando il Milan accorcia per l'autorete di Piqué, sfuggita a Barbara Berlusconi impegnata a digitare sul telefonino. Ci scappa solo un sorriso di circostanza alla fine, che fa prevedere settimane e mesi movimentati. Per due giorni Galliani ha ricordato che senza Balotelli il Milan non sarebbe mai arrivato in Champions. Ma per affrontare il Barcellona Allegri decide di farne a meno, come all'andata. E' la scelta tecnica di un allenatore in bilico che non vuole rischiare puntando su un giocatore a secco da un mese e troppo incline all'ammonizione. Allegri imposta una partita ancor più difensiva di due settimane fa, coprendosi con quattro centrocampisti, affidando le operazioni offensive a Robinho e Kakà. Martino punta sugli stessi undici di San Siro, ma questo Barcellona subito costringe i rossoneri in affanno. Adriano è imprendibile, Neymar e Messi sono un rebus e Sanchez sbuca ogni volta che ha un varco. Come al 22', quando per un pelo manca un cross di Adriano e poco dopo quasi approfitta di un pasticcio combinato da Abbiati e Mexes. Al 30' l'ingenuità è di Abate: si perde un taglio di Neymar e ostacola il brasiliano che non fa troppo per restare in piedi. Messi dal dischetto è implacabile mentre Galliani in tribuna è perplesso dal replay e dieci minuti più tardi resta invece basito dalla difesa rossonera. Abate e Muntari si dimenticano Busquets che raddoppia di testa sfruttando la punizione perfetta di Xavi. L'uno-due stordisce il Milan, ma non Kakà che con una delle sue percussioni semina Dani Alves e calcia un cross rasoterra deviato nella propria porta da Piqué. E' il momento per lanciare Balotelli al posto di un anonimo Robinho. E il numero 45 si fa subito notare con un destro parato da Valdes. Ma a parte un'altra fuga con cross per Kakà, l'attaccante si fa notare soprattutto per qualche azione in copertura. E' più incisivo Abbiati, che si esibisce in un paio di parate su Iniesta e Messi ed al 28' è graziato da Neymar. Non può nulla invece al 38' quando Messi lo supera con un tocco morbido dopo una triangolazione con Fabregas. La goleada è evitata, ma la crisi del Milan continua.
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